Hauptplatz
(Piazza Principale): Iniziamo la
nostra passeggiata per il centro storico nella Hauptplatz (Piazza
Principale), che risale al XII. secolo. Da più di 800 anni in
questa piazza pulsa il cuore commerciale della città. Non c´è
dubbio che i capitoli più importanti della storia di Villach si
sono consumati nella Hauptplatz. Molto da raccontarci, ad esempio,
ha la casa al civico n.7: il corpo centrale dell´ edificio fu
costruito tra il 1300 e il 1400 (finestre in stile gotico). Fino
al 1648 lo stabile fu di proprietà di ricche famiglie patrizie di
Villach; passò quindi ai Conti della Grotta, per divenire
successivamente sede degli uffici doganali imperiali ed ospitare,
infine, alcuni uffici finanziari.
Facendo pochi passi a sinistra (in direzione sud) notiamo la
stretta Ankershofengasse, sulla quale arcata è murato lo stemma
del farmacista Gregor Höll (1589). Nell´atrio della casa al civico
n.11, un'epigrafe reca incisa la data di ricostruzione
dell´edificio (1579), fatta eseguire dal dottor Erhard Hedeneg
“grazie agli onorevoli proventi della sua arte medicinale”. Nel
cortile della casa n.13, invece, troviamo una doppia aquila
scolpita in pietra, a ricordo dell´ imperatore Carlo V. Secondo la
tradizione Carlo V. ha alloggiato qui, durante la fuga da Maurizio
di Sassonia. Sull´altro lato della Hauptplatz (casa al civico
n.18), dove inizia la Sailergasse, si trova un cortile d´arcate,
dedicato a Theophrastus v. Hohenheim, più noto come Paracelsus.
Nel Paracelsushof due medaglioni di pietra sono posti a ricordo
del famoso medico e scienziato e di suo padre, Willhelm von
Hohenheim, che esercitò la professione del medico municipale a
Villach dal 1505
al
1534. Paracelsus qui passò la sua gioventù.
Dalla Hauptplatz in salita, pochi scalini ci portano alla
Chiesa parrocchiale di St. Jakob.
Il periodo di costruzione non può essere datato con certezza, la
prima menzione della chiesa nei documenti risale al 1136. Già nel
1526 St. Jakob fu la prima chiesa protestante d´ Austria, ma
successivamente ridivenne cattolica. Meritano tantissimo una
visita sia il pulpito, gli affreschi, le tombe in stile
rinascimentale, sia l´altare maggiore in stile rococò.
Dalla piazza superiore della chiesa, che segna l´inizio della zona
pedonale del centro storico, ci inoltriamo nella Widmanngasse, che
prende il nome da una delle numerose famiglie di mercanti di
Villach. All´angolo del conservatorio voltiamo a sinistra nella
Burggasse, che ci conduce al castello,
antica sede dell´amministrazione Bamberghese. I vescovi di
Bamberga vendettero i possedimenti carinziani incluso Villach
all´imperatrice Maria Teresa per un milione di fiorini soltanto
nel 1759.
Quarto giorno - Villach÷giro del lago Ossiacher See÷Villach - Km
58 circa
Pedalata
facoltativa, sostituibile con giornata di relax e di struscio
lungo la piazza e nei ricchi negozi del centro.
E' il terzo lago più grande della Carinzia, superato solo dal
Wörthersee e dal Millstätter See. È lungo 11 km e largo dai 600 ai
1.700 m.
Ci sono cinque paesi che circondano il lago:
Annenheim, Sattendorf, Bodensdorf, Steindorf am Ossiacher See e
Ossiach.
Molti di questi possono contare
sull'economia del turismo estivo, essendo attrezzati con alberghi,
pensioni e campeggi. Da Annenheim partono anche gli impianti di risalita invernali
che portano alle località sciistiche della Kanzelhöhe e quindi a
quelle del Gerlitzengipfel.
Il percorso si svolge in parte su stradine
secondarie ed in parte su ciclabili, quasi sempre affollate dai
numerosi turisti che soggiornano nella zona.
La possibilità di fare un bel bagno sul lago
è legata al solo accesso da uno degli stabilimenti balneari,
ovviamente a pagamento.
Quinto giorno - Villach÷Klagenfurt - Km 68 circa
Usciti
da Villach, per un breve tratto lasceremo la Drava impegnata a
disegnare una serie di anse molto simili ai fiumi amazzonici e ci
dirigeremo un po' più a sud fino a raggiungere il
Faakersee, di cui seguiremo
la sponda nord, su cui sono concentrati gli alberghi.
È
una popolare località balneare, molto
conosciuta
per l'acqua di color turchese, paradiso dei germani reali, delle
folaghe, dei cigni e delle altre specie presenti nel lago.
Attorno al lago ogni anno a Settembre si
volge l' European Bike Week, il raduno europeo ufficiale della
Harley Davidson. A tale rappresentazione accorrono motociclisti da
tutto il mondo riempiendo in maniera suggestiva tutto il paese di
meravigliose moto "custom". Lungo la strada che abbraccia il lago
si possono trovare molti stands tra cui l'Harley Village dove tra
musica
dal vivo e fiumi di birra, si svolge il
Custom Bike Show, manifestazione affiliata al campionato mondiale costruttori di custom. Quest'anno (2009)
l'evento è arrivato all'undicesima edizione. La presenza è stata
di 100.000 persone su 75.000 moto.
Dopo la sosta pranzo,
proseguiremo lunga la sponda meridionale del lago Keutschachersee
e ci cimenteremo con un tratto di sterrato "rustico" ma molto
suggestivo.
Di lago in lago, passeremo poi presso il Rauschelsee per poi
uscire dalla zona collinare ed entrare nella pianura dove è
adagiata Klagenfurt.
Fondata lungo il fiume Glan dal duca di Carinzia a protezione del
crocevia delle rotte commerciali in direzione est-ovest e
nord-sud, tra il 1193 e il 1199
Klagenfurt viene menzionata per la prima volta in
un documento con il nome di Forum Chlagenvurth. L'area occupata
dal centro abitato si trovava in una zona alluvionale del fiume e
fu allagata numerose volte; ciò indusse, nel 1246 il duca Bernardo
da Spanheim a rifondare la città in una zona più sicura.
Klagenfurt si sviluppò attorno all'attuale Alter Platz e ottenne i
diritti civici nel 1252. Nei secoli successivi la città fu
devastata da incendi, terremoti, invasioni di cavallette e dalla
Guerra dei contadini. Nel 1514 un incendio distrusse quasi
completamente la città e l'imperatore Massimiliano I, non avendo
denaro per ricostruirla, la donò all'Assemblea Regionale, caso
unico nella storia dell'Impero. L'Assemblea ricostruì, modernizzò
e ingrandì la città; molti esponenti della nobiltà eressero i loro
palazzi a Klagenfurt. Nel 1592 l'architetto italiano Domenico de
Lalio realizzò il Neuer Platz, il nuovo centro cittadino e una
nuova cinta muraria. Il religioso Agostiniano svizzero Giovanni
Antonio Gambazzi (1574-1662) di Novaggio fu designato quale
Deputato dell'Arciducato di Carinzia con sede in città e col
titolo di Abate mitrato. Nel 1809 le truppe francesi guidate da
Napoleone smantellarono le mura cittadine di cui oggi resta solo
un piccolo tratto. Nel 1863 l'arrivo della ferrovia diede una
forte spinta all'economia facendo della città il centro di
riferimento della regione.
Capoluogo della Carinzia, Klagenfurt cerca di competere con le
altre città austriache con un fascino discreto della città di
provincia; composta signorilità settecentesca armonicamente calata
nel piano urbanistico del 1500; culto del verde e del fiore, dai
giardini al balcone di casa; animazione giovanile e familiare che
dai caffè all'aperto si riversa sulle rive del vicino lago.
Klagenfurt conta 88.000 abitanti ed è diventata recentemente
centro universitario e, oltre ad essere capoluogo della Carinzia,
è sede del vescovado di Gurk. Da sempre è considerata un avamposto
della cultura tedesca verso il mondo slavo, splendidamente situata
nell'ampio bacino della media Drava, alla confluenza dei fiumi
Glan e Gurk, a poca distanza dal Worthersee con cui è unita da un
canale.
La città è un importante nodo di comunicazione ferroviaria e
stradale di primaria importanza con il resto dell'Austria,
l'Italia e i Balcani. Alla dinamica vita commerciale (fiere
annuali del legno, della gastronomia e del turismo) si affianca
una discreta vita culturale (Università, musei, galleria d'arte,
teatro) ed un'efficace promozione turistica.
Il territorio cittadino aveva originariamente caratteristiche
paludose, ma venne recuperato grazie a grandi operazioni di
bonifica. Klagenfurt è incastonata in un paesaggio meraviglioso,
costellato da oltre mille laghetti che costituiscono una grande
attrattiva per i turisti insieme al bel litorale lacustre
balneabile, fra i più grandi d'Europa.
La città è una delle principali mete di villeggiatura per gli
austriaci.
Con un poco di fortuna è possibile vedere navigare sulle acque del
lago il Thalia, un vecchio vaporetto sfuggito alla rottamazione e
opportunamente restaurato.
Le antiche leggende narrano di un drago che risiedeva in questa
regione terrorizzando e uccidendogli gli abitanti. Oggi questo
antico mostro è diventato il simbolo della città e si trova
raffigurato anche nella statua della fontana che sorge al centro
della Neuer Platz.
Il centro storico si dirama attorno a questo spiazzo rettangolare
ombreggiato da platani, quasi seguendo le rigide
linee del
decumano. La Neuer Platz
è fiancheggiata da alcuni edifici in stile neoclassico, quali
il Palais Porcia, oggi albergo, e il Palais Orsini-Rosemberg che
ospita il nuovo municipio.
L'Alter Platz invece
rappresenta forse la zona più affascinante di Klagenfurt: lunga e
stretta come una strada, è circondata dal vecchio municipio del XVII secolo a da alcune case barocche dei primi del XVIII secolo.
La Stadpfarrkirche St. Agyd,
ovvero la parrocchia di S. Egidio, è stata ricostruita alla fine
del XVII secolo su un precedente edificio di epoca gotica.
All'interno si trovano alcuni affreschi di J. Von Molk e alcune
tombe rinascimentali e barocche.
L'edificio della Domkirche St. Peter
und Paul è stato gravemente danneggiato durante il
secondo conflitto mondiale e in parte demolito. Quest'ultimo,
risale al XVI secolo, ha una sola navata con stucchi e ricche
cappelle laterali e si affaccia su un giardino. Accanto ad essa è
possibile visitare il Museo diocesano che raccoglie alcuni
pregevoli esempi di arte sacra dal periodo gotico al neoclassico.
Probabilmente l'edificio che merita maggior attenzione è il
Landhaus in stile
rinascimentale, con un cortile a ferro di cavallo attorno al quale
sorgono due torri sormontate da una cupola a bulbo di tipo
barocco, logge e arcate. Venne progettato da Hans Freymann nel
1574 e venne terminato solo pochi anni dopo. All'interno si trova
l'importante sala degli stemmi, la cosiddetta Wappensaal,
affrescata e abbellita dagli stemmi dei nobili di Carinzia. Il
Landhaus è circondato da alcuni splendidi palazzi in stili
neoclassico e Biedermeier.
Sesto giorno - Klagenfurt÷giro del lago Würthersee÷Klagenfurt - Km
48 circa
Giornata dedicata all'escursione al lago Würthersee
(facoltativa)ed alla visita guidata di Klagenfurt.
Il
lago, il maggiore di tutta la Carinzia, si snoda con forma
allungata per 16,5 km tra
Villaco e
Klagenfurt,
con una larghezza
massima di 1,5 km. A metà del lago si trovano alcune penisole
che praticamente dividono il lago in due ampi bacini.
La riva nord del lago è maggiormente edificata e trafficata;
quella sud è più tranquilla e naturale.
Partendo al mattino presto, chi vorrà potrà raggiungere il vicino
lago e compiere o l'intero periplo dello stesso
(percorso non particolarmente esaltante) o raggiungere
uno degli stabilimenti balneari e passare
una mezza giornata in completo relax. I km sopra esposti sono
relativi all'intero giro del lago.
Nel pomeriggio, con la durata di circa 2 ore, sarà organizzata una
visita guidata della città, per conoscere più a fondo le
principali attrattive.
Settimo giorno - Klagenfurt÷Klopeiner See - Km 45 circa
Da
Klagenfurt scenderemo verso sud sino ad incontrare nuovamente la
Drava, che supereremo per seguirne la riva
sud in direzione est.
Il percorso prosegue praticamente
in piano o
leggermente in discesa seguendo ora
una riva, ora quella opposta, in una ciclabile in parte sterrata
con ottimo fondo.
Lungo il percorso è possibile trovare dei luoghi adeguati per una
sosta di riposo e, perchè no, per un bagno nella limpide acque
della Drava.
Dopo la sosta pranzo, raggiungeremo Sankt Kanzian ed il lago
Klopeiner See, in riva al quale si trova il nostro albergo.
Ottavo giorno - Ritorno a Pordenone
Al lago di Klopeiner finisce il viaggio per la maggioranza dei
partecipanti. Il tratto che porta a Maribor è assolutamente da
sconsigliare a quanti non abbiano una adeguata preparazione
ciclistica, sia per quanto riguarda la lunghezza della tappa, sia
per quanto riguarda i dislivelli da coprire, spesso con pendenze
veramente notevoli.
Per questo motivo potranno proseguire solo quanti hanno optato sin
dall'inizio per questa soluzione e nel limite massimo di 7
persone, dovendo fare il rientro da Maribor con il furgone.
Nel corso della giornata saremo raggiunti dal Pullman che
riporterà il gruppo a Pordenone.
Ottavo giorno - Klopeiner See÷Maribor - Km 120 circa
Come
promesso, la tappa è di quelle assolutamente toste, non tanto e
non solo per la lunghezza della stessa, quanto per il dislivello
da coprire e le pendenze su tracciati non sempre ottimali.
Rimane comunque il fatto che, sul piano paesaggistico, questa è la
parte forse più bella dell'intero viaggio, con un ambiente
sicuramente meno antropizzato e per questo più naturale.
Il percorso corre quasi sempre ad una quota maggiore della Drava,
seguendo strade forestali spesso sterrate e assolutamente prive di
traffico.
Giunti
a Podvelka, per evitare la statale trafficata che corre lungo la
Drava il percorso si inerpica su una collina e supera un
dislivello di 200 mt, per poi ridiscendere con altri piccoli
strappi fino a Ruse e poi a Maribor. (vedi immagine a lato).
Nono giorno - visita di Maribor e ritorno i Italia
Maribor (in tedesco Marburg an der Drau, in italiano Marburgo) è
una città slovena di oltre 113.000 abitanti, secondo centro più
popoloso dello stato dopo la capitale Lubiana nonché capoluogo e
maggiore città della regione della Bassa Stiria (in sloveno
Štajerska, in tedesco Untensteiermark), parte Slovena dell'ex
provincia austro-ungarica di Stiria. È situata sul fiume Drava,
nel punto in cui si incontrano i monti Pohorje, la Valle della
Drava, la Piana della Drava e le catene collinari del Kozjansko e
del Slovenske gorice.
La prima menzione della città
risale al XIII secolo. Marburgo venne assediata due volte dagli
invasori turchi, ma la città rimase sotto il controllo degli
Asburgo fino alla fine della prima guerra mondiale, quando lo
sloveno Rudolf Maister organizzò un'operazione militare che
assicurò Marburgo e l'area circostante all'appena costituito Regno
dei Serbi, Croati e Sloveni.
Prima della guerra, l'80% della
cittadinanza dichiarò come lingua d'uso il tedesco: molti tra
questi erano sloveni germanizzati, che venivano chiamati dai loro
ex connazionali col termine dispregiativo di Nemčuri. Il 20%
invece dichiarò come lingua d'uso lo sloveno, ma gran parte del
capitale e della vita pubblica era in mano tedesca. L'area
circostante era popolata in grande maggioranza da sloveni, anche
se molti tedeschi vivevano in piccoli centri come Ptuj.
Durante la prima guerra
mondiale, molti sloveni in Carinzia e Stiria furono imprigionati
in quanto considerati nemici dello Stato, il che avrebbe provocato
successivi conflitti tra austriaci tedeschi e sloveni. Dopo la
caduta dell'Impero Austro-Ungarico, Marburgo fu contesa tra lo
Stato degli Sloveni, Croati e Serbi (di vita effimera, venne
sostituito alla fine del 1918 dal Regno dei Serbi, Croati e
Sloveni) e dalla Prima Repubblica Austriaca. Tra fine ottobre e
novembre 1918, l'ex maggiore austriaco di etnia slovena Rudolf
Maister occupò la città, sciolse la giunta cittadina e proclamò
l'annessione di Marburgo e di tutta la Bassa Stiria al neonato
stato iugoslavo. Il 27 gennaio 1919, mentre la popolazione
attendeva nella piazza principale l'arrivo di una delegazione
americana che aveva l'incarico di verificare la situazione etnica
per le successive trattative di pace, le truppe slovene al comando
di Maister chiusero gli accessi alla piazza e aprirono il fuoco,
causando 13 morti e oltre 60 feriti tra i civili. La giornata
viene tradizionalmente ricordata nelle fonti tedesche come
Marburger Blutsonntag (La domenica di sangue di Marburgo). Le
fonti slovene tendono a rovesciare la responsabilità sui
germanofoni, affermando che ci fu un attacco dei dimostranti
contro le truppe slovene, le quali comunque non lamentarono morti
o feriti.
Successivamente, la città fu
assegnata al Regno di Iugoslavia, e già nel primo censimento
post-bellico del 1921 la percentuale dei germanofoni di Maribor
scese al 25%, oscillando su questa percentuale durante tutti gli
anni '30, quando la città fu comunque teatro di una massiccia
immigrazione di profughi sloveni della Venezia Giulia che
fuggivano le persecuzioni del regime fascista. La politica del
neonato stato iugoslavo fu fortemente discriminatoria contro i
tedeschi, tendendo alla loro rapida slovenizzazione. Pur in un
contesto così sfavorevole, vennero mantenuti alcuni diritti quali
l'insegnamento nella propria lingua materna (fortemente
contrastato), e alcune famiglie germanofone di Maribor rimasero
fra le più prominenti della città.
Nel 1941 l'intera parte
iugoslava della Stiria venne annessa al Terzo Reich. Adolf Hitler
visitò la città e ordinò ai suoi seguaci di "rendere questa terra
di nuovo tedesca", scatenando un'ondata di violenza contro gli
sloveni. Maribor - maggior centro industriale della regione, con
un'estesa industria degli armamenti - venne bombardata
sistematicamente dagli Alleati durante la seconda guerra mondiale.
Dopo la liberazione del 1945,
tutti i tedeschi vennero espulsi dalla città e dal circondario:
molti vennero trucidati. Maribor capitalizzò la sua vicinanza
all'Austria e la sua manodopera esperta, e si sviluppò come un
importante centro di transito, industriale e culturale della
Slovenia orientale. Dopo la secessione della Slovenia dalla
Iugoslavia nel 1991, la perdita del mercato iugoslavo mise a dura
prova l'economia cittadina, basata sull'industria pesante,
producendo dei livelli record di disoccupazione di quasi il 25%.
La situazione e migliorata a partire dalla metà degli anni '90,
con lo sviluppo della piccola e media impresa.
Il
Castello cittadino è
ubicato in centro città, eretto dall'imperatore Federico III tra
il 1478 ed il 1483. Solo una piccola parte delle fondamenta è
rimasta inalterata, mentre le restanti parti sono state
ricostruite nel corso dei secoli apportando considerevoli
cambiamenti alla struttura originaria.
I bastioni del castello, costruiti nel periodo 1556-1562, sono
caratteristici dell'architettura delle fortificazioni del XVI
secolo.
Tra il 1655 ed il 1670 venne aggiunta alla struttura la cappella
Loretana, su modello della chiesa di Loreto.
Un nuovo impulso alla costruzione del castello venne dai nuovi
proprietari all'inizio del XVIII secolo, i conti di Brindisi che,
tra le altre,fecero costruire una nuova grande scala riccamente
adornata con sculture.
Il
distretto ebraico è una peculiarità della città sin da quando si
ha memoria della storia ebraica, anche se
essi furono espulsi dalla Stiria e da
Maribor nel 1497.
La sinagoga di Maribor
venne nominata già nel 1429, ma probabilmente esisteva già da
prima.
Dopo l'espulsione degli ebrei, Bernardin e Barbara Drukher
acquistarono la sinagoga e la trasformarono in chiesa cattolica di
Tutti i
Santi.
Nel tempo la sinagoga fu ricostruita più volte, e venne utilizzata
per diversi scopi (fabbrica, cantina ecc.)
Si possono vedere resti delle mura medievali con alcune torri di
difesa: quella Giudiziaria risalente al 1310 mentre la Torre degli
Ebrei è del 1465.
Dopo la sua distruzione per incendio nel 1362, il
municipio fu riedificato
nella parte sud della piazza maggiore (Glavni trg). Durò fino al
1513, quando un ennesimo incendio distrusse anche quella
costruzione.
Venne
così ricostruito nell'attuale collocazione, in luogo del vicariato
dedicato alle Sante Maddalena e Marta, subendo modifiche e
ricostruzioni da capi mastro italiani tra il 1563 ed il 1565; la
loggia risale a quel periodo.
La cattedrale di S.Giovanni
Battista fu costruita nella prima metà del XII
secolo come chiesa romanica, basilica a una navata. Nel XIII
secolo venne allargata a causa dell'aumento degli abitanti di
Maribor, trasformandola in una basilica a tre navate.
Attualmente la chiesa è di apparenze fortemente gotiche. |