La ciclabile della Drava

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dal 16 al 23 o 25 Agosto 2010

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La ciclabile della Drava (chiamata anche Drauradweg o più semplicemente R1) è comunemente conosciuta come la pista "San Candido - Lienz", ma parte alla stazione di Dobbiaco in Val Pusteria, nei pressi della fonte della Drava e segue questo fiume per 366 km fino alla città slovena Maribor.
Negli ultimi anni il percorso della ciclabile è notevolmente migliorato. Sono stati completati molti tratti mancanti e, fatta eccezione per un breve tratto, la pista ciclabile è continua e ben segnalata. Lungo la R1 sono state realizzate nuove stazioni di informazione e numerose infrastrutture quali, ad esempio, il ponte sospeso Santa Lucia. La ciclabile corre prevalentemente lungo la riva su fondo asfaltato o sterrato, a volte anche su strade secondarie poco trafficate.

Il tratto sloveno della ciclabile è decisamente impegnativo e quindi adatto ai soli ciclisti allenati. Per questo motivo il viaggio terminerà a Sankt Kanzian - Klopeiner See, mentre potranno proseguire sino a Maribor solo 7 persone, tante quante possono trovare posto sul furgone per il ritorno in Italia.

Primo giorno - Dobbiaco - Lienz - Km 50 circa
Mappa prima tappaaltimetria prima tappaPartiti da Pordenone al mattino presto con un pullman GT, raggiungeremo Dobbiaco dove troveremo le nostre biciclette trasportate dal furgone con carrello che ci seguirà per tutta la durata del cicloviaggio.
La tappa odierna è di quelle facili, trattandosi di un percorso per lo più in
Sorgenti della DravaGallizenklammdiscesa e che, proprio per questo motivo, è frequentatissimo.
Poco dopo essere usciti dalla zona della stazione ferroviaria di Dobbiaco, incontreremo le sorgenti della Drava, poco più di una fontana semi nascosta nel bosco.
Cercheremo di scendere verso Linz il più rapidamente possibile, potendo così dedicare un po' di tempo alla visita dello spettacolare percorso aereo sulla Gallizenklamm, l'orrido scavato nella roccia dal torrente Leisach.
LienzDopo l'eventuale sosta alle gole, in breve si raggiungerà Lienz meta della giornata.
Capoluogo del distretto omonimo, conosciuto anche come Tirolo orientale (in tedesco Osttirol), è situata ai piedi delle Dolomiti e nella Val Pusteria (in tedesco Pustertal).
A pochissimi chilometri dal confine italiano, è una località assolutamente da visitare. Affascinante come poche, ricche di storia, di paesaggi mozzafiato e di quella preziosa eleganza austriaca, che molti invidiano. Le sue montagne sono le Dolomiti austriache, la verde valle è la splendida Val Pusteria, che tanto è stato amata da Paola Gonzaga nel lontano 1471, quando andò in sposa al conte di Gorizia. Lienz è un luogo prediletto dalla storia, dalle popolazioni celtiche a quelle romane. Con gli Asburgo vengono lasciate le tracce oggi più riconoscibili.
Castello di Lienz
Gorizia ne condivide il gemellaggio grazie alla storia che lega le due città, testimoniata dal monumento più importante di Lienz, il castello di Bruck (XIII secolo). Un tempo lo 'Schloss'(castello in tedesco) apparteneva infatti ai conti di Gorizia, prima di passare di mano alla dinastia degli Asburgo. Al suo interno si ammira in particolare la Rittersaal (Sala dei cavalieri) con il suo bel soffitto e la cappella a volte in stile gotico. Oggi il castello è conosciuto per ospitare il Museo del Tirolo Orientale (Ostirol), di grande interesse storico-regionale.
L’unica chiesa evangelica del Tirolo Orientale si trova proprio a Lienz e venne costruita nel 1962. La chiesa Parrocchiale di Lienz, consacrata a St. Andrä, fu menzionata per la prima volta nel 1204. Ma dopo innumerevoli restaurazioni, nel 19esimo secolo finalmente costruita come è visibile adesso, in stile gotico. All’interno della chiesa si trova inoltre uno degli altari barocchi più prezioso del Tirolo Orientale

Secondo giorno - Lienz÷Spittal an der Drau - Km 80 circa
altimetria seconda tappaMappa seconda tappaIl percorso odierno segue dapprima il tacciato della Drava, che ora incomincia a meritarsi il nome di torrente, per poi discostarsene in  alcuni tratti dopo la metà del percorso.
Durante il percorso, oltre alla sempre
Insegna Oberdrauburgprevista sosta per il pranzo al sacco Amlach temploma / Amlach churchorganizzato e portato sul posto dal fugone, faremo all'occorrenza delle brevi soste nei paesini che attraverseremo, come nel caso di Oberdrauburg, la cui sola insegna ispira simpatia e piacere di fermarsi.
Dopo la sosta pranzo, in breve raggiungeremo Spittal an der Drau, dove alloggeremo.
Situata alla confluenza del fiume Lieser con la Drava, è una città abbastanza piccola se paragonata a Klagenfurt o a Villaco (16.000 abitanti), ma per chi preferisce l'originalità e vacanze rilassanti al caos delle grandi città, è proprio nel posto giusto. Essa è vicinissima al lago Millstättersee, rinomato luogo di villeggiatura con spiagge attrezzate di tutto punto.
Casello Porcia
Nel centro di Spittal si trova il castello Porcia, considerato uno
Municipio di Spittal an der Draudei più importanti castelli d'Austria. Edificato tra il 1533 da Gabriele Salamanca, il castello è costruito nel tipico stile italiano e fu residenza dei conti di Porcia dal 1662 al 1918. Attualmente è sede del museo locale di storia e ospita l'annuale festival di commedia teatrale.
Sul lato opposto si trova il Municipio, palazzo rinascimentale della nobile famiglia Khevenhüller del 1537.
Lo Spittl (ospedale, da cui la città deriva il suo nome) fu ricostruito da Gabriele Salamanca nel 16 secolo sul ponte sul fiume Lieser,affluente della Drava a NO della città.
Nel 1919 durante l'occupazione della Bassa Carinzia da parte delle truppe del regno di Yugoslavia, nell'ospedale trovò riparo la sede del Governo provvisorio di Carinzia. Dal 1995 è sede dell'università di scienze applicate per l'ingegneria.

Terzo giorno - Spittal÷Villach - Km 45 circa
Altimetria terza tappaMappa terza tappaTappa facile facile, tanto che valuteremo se fare la sosta pranzo direttamente a Villach. Il percorso infatti è prevalentemente in leggera discesa, con la valle che a tratti diviene più ampia.
Potremo dedicare il pomeriggio alla visita della città o al riposo, tenuto conto che domani il giro del lago Ossiachersee è facoltativo.
Valle della DravaDrava
Oberes Drautal
Città di circa 60.000 abitanti, i più antichi reperti che attestano una presenza umana nell'area di Villach risalgono al tardo Neolitico. Ritrovamenti dell'epoca romana, risalenti al I secolo a.C., attestano l'esistenza di una stazione di cambio stradale chiamata Santicum. Il nome Villach deriva da un'altra stazione del dazio romana chiamata Bilachinium o Bilachium.
Attorno al 600 nella zona si stabilirono popolazioni slave che diedero vita alla Carantania, che nel 740 divenne possesso dei Duchi di Baviera e successivamente del Sacro Romano Impero. La città e il suo ponte sulla Drava vengono nominati per la prima volta in un documento dell'878.
Nel 979 la città fu assegnata, come feudo dall'imperatore Ottone II al vescovo di Bressanone Albuino. Dal 1007 fino al 1759 Villach fu possedimento della diocesi di Bamberga; nel 1060 divenne sede di mercato, nel 1240 fu elevata al rango di città.
La città fu ricostruita più volte a causa di incendi e dei due devastanti terremoti del 1348 e del 1690. Attorno alla prima metà del XVI secolo Villaco divenne il centro carinziano della Riforma Protestante. Gli abitanti di fede protestante furono costretti ad emigrare nel secolo successivo, accelerando il declino economico della città. Nel 1759 Villaco, assieme agli altri possedimenti della diocesi di Bamberga in Carinzia fu ceduta all'Austria. Con le riforme introdotte dall'imperatrice Maria Teresa Villaco divenne, come Klagenfurt e Völkermarkt, capoluogo di un distretto.
In età napoleonica (1809-1813) Villaco e il suo distretto furono incorporati nelle Province Illiriche.
Durante la Prima guerra mondiale la città si ritrovò nelle immediate retrovie del fronte e fu sede del comando della 10° armata austriaca; nel secondo conflitto mondiale Villaco fu pesantemente danneggiata da 40 attacchi aerei.

Hauptplatz (Piazza Principale): Iniziamo la nostra passeggiata per il centro storico nella Hauptplatz (Piazza Principale), che risale al XII. secolo. Da più di 800 anni in questa piazza pulsa il cuore commerciale della città. Non c´è dubbio che i capitoli più  importanti della storia di Villach si sono consumati nella Hauptplatz. Molto da raccontarci, ad esempio, ha la casa al  civico n.7: il corpo centrale dell´ edificio fu costruito tra il 1300 e il 1400 (finestre in stile gotico). Fino al 1648 lo stabile fu di proprietà di ricche famiglie patrizie di Villach; passò quindi ai Conti della Grotta, per divenire successivamente sede degli uffici doganali imperiali ed ospitare, infine, alcuni  uffici  finanziari.
Facendo pochi passi a sinistra (in direzione sud) notiamo la stretta Ankershofengasse, sulla quale arcata è murato lo stemma del farmacista Gregor Höll (1589). Nell´atrio della casa al civico n.11, un'epigrafe reca incisa la data di ricostruzione dell´edificio (1579), fatta eseguire dal dottor Erhard Hedeneg “grazie agli onorevoli proventi della sua arte medicinale”. Nel cortile della casa n.13, invece, troviamo una doppia aquila scolpita in pietra, a ricordo dell´ imperatore Carlo V. Secondo la tradizione Carlo V. ha alloggiato qui, durante la fuga da Maurizio di Sassonia. Sull´altro lato della Hauptplatz (casa al civico n.18), dove inizia la Sailergasse, si trova un cortile d´arcate, dedicato a Theophrastus v. Hohenheim, più noto come Paracelsus. Nel Paracelsushof due medaglioni di pietra sono posti a ricordo del famoso medico e scienziato e di suo padre, Willhelm von Hohenheim, che esercitò la professione del medico municipale a Villach dal 1505 al 1534. Paracelsus qui passò la  sua  gioventù.
Dalla Hauptplatz in salita, pochi scalini ci portano alla Chiesa parrocchiale di St. Jakob. Il periodo di costruzione non può essere datato con certezza, la prima menzione della chiesa nei documenti risale al 1136. Già nel 1526 St. Jakob fu la prima chiesa protestante d´ Austria, ma successivamente ridivenne cattolica. Meritano tantissimo una visita sia il pulpito, gli affreschi, le tombe in stile rinascimentale, sia l´altare maggiore in stile rococò.
Dalla piazza superiore della chiesa, che segna l´inizio della zona pedonale del centro storico, ci inoltriamo nella Widmanngasse, che prende il nome da una delle numerose famiglie di mercanti di Villach. All´angolo del conservatorio voltiamo a sinistra nella Burggasse, che ci conduce al castello, antica sede dell´amministrazione Bamberghese. I vescovi di Bamberga vendettero i possedimenti carinziani incluso Villach all´imperatrice Maria Teresa per un milione di fiorini soltanto nel 1759.

Quarto giorno - Villach÷giro del lago Ossiacher See÷Villach - Km 58 circa
Altimetria giro OssiacheseeMappa giro OssiacherseePedalata facoltativa, sostituibile con giornata di relax e di struscio lungo la piazza e nei ricchi negozi del centro.
E' il terzo lago più grande della Carinzia, superato solo dal Wörthersee e dal Millstätter See. È lungo 11 km e largo dai 600 ai 1.700 m.
Ci sono cinque paesi che circondano il lago: Annenheim, Sattendorf, Bodensdorf, Steindorf am Ossiacher See e Ossiach.

Molti di questi possono contare sull'economia del turismo estivo, essendo attrezzati con alberghi, pensioni e campeggi. Da Annenheim partono anche gli impianti di risalita invernali che portano alle località sciistiche della Kanzelhöhe e quindi a quelle del Gerlitzengipfel.
Il percorso si svolge in parte su stradine secondarie ed in parte su ciclabili, quasi sempre affollate dai numerosi turisti che soggiornano nella zona.
La possibilità di fare un bel bagno sul lago è legata al solo accesso da uno degli stabilimenti balneari, ovviamente a pagamento.

Quinto giorno - Villach÷Klagenfurt - Km 68 circa
Altimetria quinta tappaUsciti da Villach, per un breve tratto lasceremo la Drava impegnata a disegnare una serie di anse molto simili ai fiumi amazzonici e ci dirigeremo un po' più a sud fino a raggiungere il Faakersee, di cui seguiremo la sponda nord, su cui sono concentrati gli alberghi.
È una popolare località balneare, molto Mappa quinta tappaconosciuta per l'acqua di color turchese, paradiso dei germani reali, delle folaghe, dei cigni e delle altre specie presenti nel lago.
Attorno al lago ogni anno a Settembre si volge l' European Bike Week, il raduno europeo ufficiale della Harley Davidson. A tale rappresentazione accorrono motociclisti da tutto il mondo riempiendo in maniera suggestiva tutto il paese di meravigliose moto "custom". Lungo la strada che abbraccia il lago si possono trovare molti stands tra cui l'Harley Village dove tra
Keutschacherseemusica dal vivo e fiumi di birra, si svolge il Custom Bike Show, manifestazione affiliata al campionato mondiale costruttori di custom. Quest'anno (2009) l'evento è arrivato all'undicesima edizione. La presenza è stata di 100.000 persone su 75.000 moto.

Dopo la sosta pranzo, proseguiremo lunga la sponda meridionale del lago Keutschachersee e ci cimenteremo con un tratto di sterrato "rustico" ma molto suggestivo.
Di lago in lago, passeremo poi presso il Rauschelsee per poi uscire dalla zona collinare ed entrare nella pianura dove è adagiata Klagenfurt.
Fondata lungo il fiume Glan dal duca di Carinzia a protezione del crocevia delle rotte commerciali in direzione est-ovest e nord-sud, tra il 1193 e il 1199 Klagenfurt viene menzionata per la prima volta in un documento con il nome di Forum Chlagenvurth. L'area occupata dal centro abitato si trovava in una zona alluvionale del fiume e fu allagata numerose volte; ciò indusse, nel 1246 il duca Bernardo da Spanheim a rifondare la città in una zona più sicura.

Klagenfurt si sviluppò attorno all'attuale Alter Platz e ottenne i diritti civici nel 1252. Nei secoli successivi la città fu devastata da incendi, terremoti, invasioni di cavallette e dalla Guerra dei contadini. Nel 1514 un incendio distrusse quasi completamente la città e l'imperatore Massimiliano I, non avendo denaro per ricostruirla, la donò all'Assemblea Regionale, caso unico nella storia dell'Impero. L'Assemblea ricostruì, modernizzò e ingrandì la città; molti esponenti della nobiltà eressero i loro palazzi a Klagenfurt. Nel 1592 l'architetto italiano Domenico de Lalio realizzò il Neuer Platz, il nuovo centro cittadino e una nuova cinta muraria. Il religioso Agostiniano svizzero Giovanni Antonio Gambazzi (1574-1662) di Novaggio fu designato quale Deputato dell'Arciducato di Carinzia con sede in città e col titolo di Abate mitrato. Nel 1809 le truppe francesi guidate da Napoleone smantellarono le mura cittadine di cui oggi resta solo un piccolo tratto. Nel 1863 l'arrivo della ferrovia diede una forte spinta all'economia facendo della città il centro di riferimento della regione.
Capoluogo della Carinzia, Klagenfurt cerca di competere con le altre città austriache con un fascino discreto della città di provincia; composta signorilità settecentesca armonicamente calata nel piano urbanistico del 1500; culto del verde e del fiore, dai giardini al balcone di casa; animazione giovanile e familiare che dai caffè all'aperto si riversa sulle rive del vicino lago.
Klagenfurt conta 88.000 abitanti ed è diventata recentemente centro universitario e, oltre ad essere capoluogo della Carinzia, è sede del vescovado di Gurk. Da sempre è considerata un avamposto della cultura tedesca verso il mondo slavo, splendidamente situata nell'ampio bacino della media Drava, alla confluenza dei fiumi Glan e Gurk, a poca distanza dal Worthersee con cui è unita da un canale.
La città è un importante nodo di comunicazione ferroviaria e stradale di primaria importanza con il resto dell'Austria, l'Italia e i Balcani. Alla dinamica vita commerciale (fiere annuali del legno, della gastronomia e del turismo) si affianca una discreta vita culturale (Università, musei, galleria d'arte, teatro) ed un'efficace promozione turistica.
Il territorio cittadino aveva originariamente caratteristiche paludose, ma venne recuperato grazie a grandi operazioni di bonifica. Klagenfurt è incastonata in un paesaggio meraviglioso, costellato da oltre mille laghetti che costituiscono una grande attrattiva per i turisti insieme al bel litorale lacustre balneabile, fra i più grandi d'Europa.
La città è una delle principali mete di villeggiatura per gli austriaci.
Con un poco di fortuna è possibile vedere navigare sulle acque del lago il Thalia, un vecchio vaporetto sfuggito alla rottamazione e opportunamente restaurato.
Le antiche leggende narrano di un drago che risiedeva in questa regione terrorizzando e uccidendogli gli abitanti. Oggi questo antico mostro è diventato il simbolo della città e si trova raffigurato anche nella statua della fontana che sorge al centro della Neuer Platz.
Il centro storico si dirama attorno a questo spiazzo rettangolare ombreggiato da platani, quasi seguendo le rigide
Neuer Platzlinee del decumano. La Neuer Platz è fiancheggiata da alcuni edifici in stile neoclassico, quali il Palais Porcia, oggi albergo, e il Palais Orsini-Rosemberg che ospita il nuovo municipio.
Alter PlatzL'Alter Platz invece rappresenta forse la zona più affascinante di Klagenfurt: lunga e stretta come una strada, è circondata dal vecchio municipio del XVII secolo a da alcune case barocche dei primi del XVIII secolo.
StadtpfarrkircheLa Stadpfarrkirche St. Agyd, ovvero la parrocchia di S. Egidio, è stata ricostruita alla fine del XVII secolo su un precedente edificio di epoca gotica. All'interno si trovano alcuni affreschi di J. Von Molk e alcune tombe rinascimentali e barocche.
DomkircheL'edificio della Domkirche St. Peter und Paul è stato gravemente danneggiato durante il secondo conflitto mondiale e in parte demolito. Quest'ultimo, risale al XVI secolo, ha una sola navata con stucchi e ricche cappelle laterali e si affaccia su un giardino. Accanto ad essa è possibile visitare il Museo diocesano che raccoglie alcuni pregevoli esempi di arte sacra dal periodo gotico al neoclassico.Landhaus
Probabilmente l'edificio che merita maggior attenzione è il Landhaus in stile rinascimentale, con un cortile a ferro di cavallo attorno al quale sorgono due torri sormontate da una cupola a bulbo di tipo barocco, logge e arcate. Venne progettato da Hans Freymann nel 1574 e venne terminato solo pochi anni dopo. All'interno si trova l'importante sala degli stemmi, la cosiddetta Wappensaal, affrescata e abbellita dagli stemmi dei nobili di Carinzia. Il Landhaus è circondato da alcuni splendidi palazzi in stili neoclassico e Biedermeier.

Sesto giorno - Klagenfurt÷giro del lago Würthersee÷Klagenfurt - Km 48 circaAltimetria giro Worthersee
Giornata dedicata all'escursione al lago Würthersee (facoltativa)ed alla visita guidata di Klagenfurt.
WürtherseeIl lago, il maggiore di tutta la Carinzia, si snoda con forma allungata per 16,5 km tra Villaco e Klagenfurt,
Mappa giro Worthersee con una larghezza massima di 1,5 km. A metà del lago si trovano alcune penisole che praticamente dividono il lago in due ampi bacini.
La riva nord del lago è maggiormente edificata e trafficata; quella sud è più tranquilla e naturale.
Partendo al mattino presto, chi vorrà potrà raggiungere il vicino lago e compiere o l'intero periplo dello stesso (percorso non particolarmente esaltante) o raggiungere uno degli stabilimenti balneari e passare una mezza giornata in completo relax. I km sopra esposti sono relativi all'intero giro del lago.
Nel pomeriggio, con la durata di circa 2 ore, sarà organizzata una visita guidata della città, per conoscere più a fondo le principali attrattive.

Settimo giorno - Klagenfurt÷Klopeiner See - Km 45 circa
Altimetria sesta tappa
Am Drauradweg IIIDa Klagenfurt scenderemo verso sud sino ad incontrare nuovamente la Drava, che supereremo per seguirne la riva sud in direzione est.
Il percorso prosegue praticamente Mappa sesta tappain piano o leggermente in discesa seguendo ora una riva, ora quella opposta, in una ciclabile in parte sterrata con ottimo fondo.
Lungo il percorso è possibile trovare dei luoghi adeguati per una sosta di riposo e, perchè no, per un bagno nella limpide acque della Drava.
Dopo la sosta pranzo, raggiungeremo Sankt Kanzian ed il lago Klopeiner See, in riva al quale si trova il nostro albergo.

Ottavo giorno - Ritorno a Pordenone
Al lago di Klopeiner finisce il viaggio per la maggioranza dei partecipanti. Il tratto che porta a Maribor è assolutamente da sconsigliare a quanti non abbiano una adeguata preparazione ciclistica, sia per quanto riguarda la lunghezza della tappa, sia per quanto riguarda i dislivelli da coprire, spesso con pendenze veramente notevoli.
Per questo motivo potranno proseguire solo quanti hanno optato sin dall'inizio per questa soluzione e nel limite massimo di 7 persone, dovendo fare il rientro da Maribor con il furgone.
Nel corso della giornata saremo raggiunti dal Pullman che riporterà il gruppo a Pordenone.

Ottavo giorno - Klopeiner See÷Maribor - Km 120 circa
Altimetria settima tappaMappa settima tappaCome promesso, la tappa è di quelle assolutamente toste, non tanto e non solo per la lunghezza della stessa, quanto per il dislivello da coprire e le pendenze su tracciati non sempre ottimali.
Rimane comunque il fatto che, sul piano paesaggistico, questa è la parte forse più bella dell'intero viaggio, con un ambiente sicuramente meno antropizzato e per questo più naturale.
Il percorso corre quasi sempre ad una quota maggiore della Drava, seguendo strade forestali spesso sterrate e assolutamente prive di traffico.
Salita PodvelkaGiunti a Podvelka, per evitare la statale trafficata che corre lungo la Drava il percorso si inerpica su una collina e supera un dislivello di 200 mt, per poi ridiscendere con altri piccoli strappi fino a Ruse e poi a Maribor. (vedi immagine a lato).

Nono giorno - visita di Maribor e ritorno i Italia
Maribor (in tedesco Marburg an der Drau, in italiano Marburgo) è una città slovena di oltre 113.000 abitanti, secondo centro più popoloso dello stato dopo la capitale Lubiana nonché capoluogo e maggiore città della regione della Bassa Stiria (in sloveno Štajerska, in tedesco Untensteiermark), parte Slovena dell'ex provincia austro-ungarica di Stiria. È situata sul fiume Drava, nel punto in cui si incontrano i monti Pohorje, la Valle della Drava, la Piana della Drava e le catene collinari del Kozjansko e del Slovenske gorice.

 

La prima menzione della città risale al XIII secolo. Marburgo venne assediata due volte dagli invasori turchi, ma la città rimase sotto il controllo degli Asburgo fino alla fine della prima guerra mondiale, quando lo sloveno Rudolf Maister organizzò un'operazione militare che assicurò Marburgo e l'area circostante all'appena costituito Regno dei Serbi, Croati e Sloveni.

Prima della guerra, l'80% della cittadinanza dichiarò come lingua d'uso il tedesco: molti tra questi erano sloveni germanizzati, che venivano chiamati dai loro ex connazionali col termine dispregiativo di Nemčuri. Il 20% invece dichiarò come lingua d'uso lo sloveno, ma gran parte del capitale e della vita pubblica era in mano tedesca. L'area circostante era popolata in grande maggioranza da sloveni, anche se molti tedeschi vivevano in piccoli centri come Ptuj.

Durante la prima guerra mondiale, molti sloveni in Carinzia e Stiria furono imprigionati in quanto considerati nemici dello Stato, il che avrebbe provocato successivi conflitti tra austriaci tedeschi e sloveni. Dopo la caduta dell'Impero Austro-Ungarico, Marburgo fu contesa tra lo Stato degli Sloveni, Croati e Serbi (di vita effimera, venne sostituito alla fine del 1918 dal Regno dei Serbi, Croati e Sloveni) e dalla Prima Repubblica Austriaca. Tra fine ottobre e novembre 1918, l'ex maggiore austriaco di etnia slovena Rudolf Maister occupò la città, sciolse la giunta cittadina e proclamò l'annessione di Marburgo e di tutta la Bassa Stiria al neonato stato iugoslavo. Il 27 gennaio 1919, mentre la popolazione attendeva nella piazza principale l'arrivo di una delegazione americana che aveva l'incarico di verificare la situazione etnica per le successive trattative di pace, le truppe slovene al comando di Maister chiusero gli accessi alla piazza e aprirono il fuoco, causando 13 morti e oltre 60 feriti tra i civili. La giornata viene tradizionalmente ricordata nelle fonti tedesche come Marburger Blutsonntag (La domenica di sangue di Marburgo). Le fonti slovene tendono a rovesciare la responsabilità sui germanofoni, affermando che ci fu un attacco dei dimostranti contro le truppe slovene, le quali comunque non lamentarono morti o feriti.

Successivamente, la città fu assegnata al Regno di Iugoslavia, e già nel primo censimento post-bellico del 1921 la percentuale dei germanofoni di Maribor scese al 25%, oscillando su questa percentuale durante tutti gli anni '30, quando la città fu comunque teatro di una massiccia immigrazione di profughi sloveni della Venezia Giulia che fuggivano le persecuzioni del regime fascista. La politica del neonato stato iugoslavo fu fortemente discriminatoria contro i tedeschi, tendendo alla loro rapida slovenizzazione. Pur in un contesto così sfavorevole, vennero mantenuti alcuni diritti quali l'insegnamento nella propria lingua materna (fortemente contrastato), e alcune famiglie germanofone di Maribor rimasero fra le più prominenti della città.

Nel 1941 l'intera parte iugoslava della Stiria venne annessa al Terzo Reich. Adolf Hitler visitò la città e ordinò ai suoi seguaci di "rendere questa terra di nuovo tedesca", scatenando un'ondata di violenza contro gli sloveni. Maribor - maggior centro industriale della regione, con un'estesa industria degli armamenti - venne bombardata sistematicamente dagli Alleati durante la seconda guerra mondiale.

Dopo la liberazione del 1945, tutti i tedeschi vennero espulsi dalla città e dal circondario: molti vennero trucidati. Maribor capitalizzò la sua vicinanza all'Austria e la sua manodopera esperta, e si sviluppò come un importante centro di transito, industriale e culturale della Slovenia orientale. Dopo la secessione della Slovenia dalla Iugoslavia nel 1991, la perdita del mercato iugoslavo mise a dura prova l'economia cittadina, basata sull'industria pesante, producendo dei livelli record di disoccupazione di quasi il 25%. La situazione e migliorata a partire dalla metà degli anni '90, con lo sviluppo della piccola e media impresa.

Castello di MariborIl Castello cittadino è ubicato in centro città, eretto dall'imperatore Federico III tra il 1478 ed il 1483. Solo una piccola parte delle fondamenta è rimasta inalterata, mentre le restanti parti sono state ricostruite nel corso dei secoli apportando considerevoli cambiamenti alla struttura originaria.
I bastioni del castello, costruiti nel periodo 1556-1562, sono caratteristici dell'architettura delle fortificazioni del XVI secolo.
Tra il 1655 ed il 1670 venne aggiunta alla struttura la cappella Loretana, su modello della chiesa di Loreto.
Un nuovo impulso alla costruzione del castello venne dai nuovi proprietari all'inizio del XVIII secolo, i conti di Brindisi che, tra le altre,fecero costruire una nuova grande scala riccamente adornata con sculture.

Sinagoga di MariborIl distretto ebraico è una peculiarità della città sin da quando si ha memoria della storia ebraica, anche se essi furono espulsi dalla Stiria e da Maribor nel 1497.
La sinagoga di Maribor venne nominata già nel 1429, ma probabilmente esisteva già da prima.
Dopo l'espulsione degli ebrei, Bernardin e Barbara Drukher acquistarono la sinagoga e la trasformarono in chiesa cattolica di Tutti i Municipo MariborSanti.
Nel tempo la sinagoga fu ricostruita più volte, e venne utilizzata per diversi scopi (fabbrica, cantina ecc.)
Si possono vedere resti delle mura medievali con alcune torri di difesa: quella Giudiziaria risalente al 1310 mentre la Torre degli Ebrei è del 1465.
Dopo la sua distruzione per incendio nel 1362, il municipio fu riedificato nella parte sud della piazza maggiore (Glavni trg). Durò fino al 1513, quando un ennesimo incendio distrusse anche quella costruzione.
Cattedrale di MariborVenne così ricostruito nell'attuale collocazione, in luogo del vicariato dedicato alle Sante Maddalena e Marta, subendo modifiche e ricostruzioni da capi mastro italiani tra il 1563 ed il 1565; la loggia risale a quel periodo.
La cattedrale  di S.Giovanni Battista fu costruita nella prima metà del XII secolo come chiesa romanica, basilica a una navata. Nel XIII secolo venne allargata a causa dell'aumento degli abitanti di Maribor, trasformandola in una basilica a tre navate.
Attualmente la chiesa è di apparenze fortemente gotiche.