L'Eno (in tedesco Inn, in
romancio En, in latino Oenus) è un importante fiume dell'Europa centrale,
tributario del Danubio.
La sua sorgente è in alta
Engadina (la valle che porta il suo nome), presso il
Passo del Maloja, vicino al confine italiano. Dopo aver attraversato
la valle di Sankt Moritz, il fiume entra nel
Tirolo austriaco, dove bagna la capitale Innsbuck (che prende nome dal
fiume) ed infine in
Baviera, dove confluisce nel Danubio a Passau.
Il nome tedesco di Inn è quello più utilizzato perfino in Italia.
Il fiume ha una lunghezza di 517 Km, una portata media
di 760 m3/s e nel suo percorso attraversa la Svizzera,
l'Austria e la Germania.
PROGRAMMA DI MASSIMA
Primo giorno - Maloja ÷ St. Moritz - km 20 circa:
Il nostro viaggio inizia a Pordenone, da dove
si partirà con il pullman per raggiungere il passo Maloja ed il Laj da Segl
a
1800 mt di quota, da dove nasce appunto l'Inn.
Sul posto troveremo le nostre biciclette, trasportate
dal furgone con carrello che sarà il nostro riferimento per tutta la
durata del viaggio. Con esso infatti saranno spostati i bagagli da albergo
ad albergo, ci seguirà durante la giornata per ogni evenienza (stanchezza,
guasti meccanici ecc) e, quello che più conta, ci porterà il pranzo al
sacco a mezzogiorno.
Il
percorso odierno porta a St. Moritz, non è esattamente pianeggiante ma è
assolutamente alla portata di chiunque, fermo restando che si potrà
testare da subito la funzionalità del servizio "scopa" dato dal furgone.
Nella malaugurata ipotesi che il tempo non fosse dei migliori, nulla vieta
di utilizzare il pullman per raggiungere St. Moritz e sistemarsi con calma
in albergo.
St.
Moritz: (Sankt Moritz in tedesco, San
Murezzan in romancio, San Maurizio in italiano)
è una delle località turistiche più conosciute al
mondo.
Chic, elegante ed esclusiva con un ambiente cosmopolita,
situata a 1856 m s.l.m. al centro del paesaggio lacustre dell'Alta
Engadina. Il suo leggendario clima secco e frizzante viene definito "clima
champagne" e il famoso sole di St. Moritz splende in media 322
giorni all'anno.
Grazie alla lingua romancia, alla vicinanza con
l'Italia e al fatto che la maggior parte della popolazione locale è di
lingua tedesca, a St. Moritz si incontrano tre culture.
Originariamente, il luogo deve la sua importanza alle sorgenti termali conosciute da
oltre 3000 anni. Oltre alla sua bellissima posizione al di sopra e
accanto al lago, St. Moritz offre un mix accattivante di natura, cultura, sport, attività e
tranquillità.
St. Moritz è stato luogo di nascita
del turismo alpino invernale (1864) e degli sport alpini
(1884), nonché teatro di due edizioni dei Giochi Olimpici Invernali
(1928 e 1948) come pure di molti campionati del mondo di sci e bob. La
stagione estiva è un po' meno famosa, ma attira addirittura più
visitatori da tutto il mondo rispetto a quella invernale. St. Moritz
garantisce tutto l’anno offerte per lo sport e per il tempo libero
assolutamente fuori del comune, momenti culturali, diverse
possibilità di shopping ed eventi di livello mondiale. Inoltre offre un servizio alberghiero di prima
categoria e ristoranti eccellenti.
Il nome St. Moritz è oggi così richiesto che è stato necessario
registrarlo e proteggerlo internazionalmente come marchio. Il marchio
St. Moritz è infatti un marchio di qualità in tutto il mondo che
significa stile, eleganza e classe.
Oggigiorno, St. Moritz conta 5400 abitanti e durante la stagione si
aggiungono ca. 3000 impiegati, 5300 letti in ca. 40 hotel
tradizionali nonché ca. 7500 letti in case di vacanza, 3500 dei
quali vengono affittati. La metà dei letti degli hotel appartengono a
strutture ricettive delle categorie 4 e 5 stelle.
Secondo giorno - St. Moritz ÷ Scuol - Km 65 circa:
Il percorso ciclabile che porta a Scuol corre prevalentemente sulla destra
orografica dell'Inn, evitando i paesini e le strade trafficate.
Pur
non mancando le salite (è l'orgoglio della Svizzera, non si possono
proprio evitare!), il percorso è prevalentemente in discesa e ci condurrà
dai 1790 mt circa di St. Moritz ai 1200 mt circa di Scuol.
Il
primo paese che incontreremo sarà
Zernez,
che ebbe un importante ruolo nella storia dei Grigioni, grazie alla sua
posizione strategica: all'incrocio della strada che porta al Passo del
Forno.Il paese è dominato dall'imponenza della Chiesa riformata del 1607, in uno
stile barocco inusuale per una chiesa protestante.
Caratterizzato dalla presenza di dipinti e stucchi è invece il Castello di
Wildenberg, del 1620, oggi sede del Comune.
Zernez ospita anche la Casa del Parco, meta fissa per chi vuol conoscere
il Parco Nazionale Svizzero, dove gli amanti della natura possono
conoscere le caratteristiche di questa zona alpina protetta.
A
seguire passeremo per Susch, piccolo villaggio che ha visto nascere la libertà di culto: era il
1537 quando nella Chiesa del paese cattolici e protestanti discutevano i
problemi della Riforma e dopo aver deposto le armi fuori dalla porta
arrivarono a questa importante decisione. Sopra l'abitato di Susch è
ancora possibile ammirare i resti di tre imponenti rocche che chiudevano
la valle e che si ritrovano nello stemma del paese. Le antiche case di
contadini e artigiani caratterizzano il villaggio donandogli un carattere
nostalgico, pieno di fascino.
Tra
i paesini che attraverseremo, merita una piccola sosta
Ardez, circondato da prati
spettacolari. Ardez ha mantenuto tutte le caratteristiche del tipico
villaggio contadino engadinese, tanto da meritarsi la protezione nazionale
delle Belle Arti. Quiete e tranquillità la fanno da padrone qui, e
permettono anche delle rilassanti passeggiate nei boschi. Oltre alle
rovine del castello di Steinsberg, di una bellezza unica sono le case del
'500 e '660 e la Chiesa di S. Martaila che custodisce una pietra con
incavi a forma di tazza, di testimonianza druidica, utilizzata con ogni
probabilità per sacrifici pagani.
Arriveremo infine a Scuol, capitale della Bassa Engadina
formata dai villaggi di Scuol inferiore e Scuol superiore.
Il fascino della località è unico, arricchito dalle molte sorgenti
minerali: di fama mondiale le sue terme: con il
bagno termale "Bogn Engiadina Scuol" e il primo
bagno turco della Svizzera, Scuol è diventata una delle più importanti
meta di vacanze, salute e benessere.
Passeggiando tra i vicoli di Scuol è impossibile non fermarsi in una delle cinque fontane, che regalano la
possibilità di gustare un'ottima acqua minerale.
Nel "museo della Bassa Engadina", in un bell'edificio nella piazza
centrale del villaggio, si possono ammirare, impagliati, gli ultimo orsi
catturati nell'800, oltre ad armi da caccia e utensili vari necessari alla
vita quotidiana del passato.
Terzo giorno - Scuol ÷ Landeck - km 63
Usciti
dal paese, riprenderemo a seguire il filo azzurro dell'Inn e la sua sponda
destra. A Martinsbruck il percorso ricalca il
confine austro-svizzero, per poi entrare definitivamente in
Austria poco dopo
l'abitato di Vinadi. Fino da quando fu edificata la
Via Claudia Augusta (nel 46 a.C.), la strada scendeva dal passo Resia
e andava a oltrepassare il fiume Inn presso Finstermünz, oggi
Altfinstermünz (ovvero finestra dentro le mura che deriva da Fines intra
montes). Qui fino al 1854 fu mantenuto in funzione un posto di dogana,
incredibile opera di ingegneria formata da un ponte con una torre al
centro, una torre più grande (la torre della chiusa), la cappella di Maria
Assunta e il punto strategico di Sigmundseck.
In breve si giungerà poi a Landeck, meta della giornata, ubicata alla
confluenza tra i fiumi Sanna ed Inn.
In questa cittadina trovo posto un campo profughi delle Nazioni Unite
durante la seconda guerra mondiale.
Sopra la bella città con 8.000 abitanti troneggia l’omonimo castello, del
quale si vede l’immagine anche sullo stemma. In tempi passati il castello
fungeva come palazzo di giustizia dei conti del Tirolo. Oggi invece,
Castel Landeck è un noto luogo d’incontro per manifestazioni culturali.
Innumerevoli concerti e mostre vengono organizzate all’interno della
struttura ed il museo di storia e cultura locale ha la sua sede qui.
Nel XI secolo il “Loden” tirolese venne inventato dagli contadini.
La parola “Loden” significa “tessuto grezzo” (lodo). Verso XI secolo, con
Loden si intendeva semplicemente uno straccio fatto con un materiale molto
resistente. Per i pastori e contadini era molto importante avere dei
vestiti resistenti ed impermeabili durante il loro lavoro sul campo.
La
stoffa veniva ricavata dalla lana di pecora, tagliata senza lavarla,
filata e pressata nell’acqua. Infine, quando la stoffa era asciugata, si
ritirava e si infeltriva acquisendo la sua impermeabilità. Alla stoffa può
essere aggiunto anche a piacere seta, alpaka o kashmir. Il colore classico
è ancora oggi il verde pino, grigio e marrone. Ma oggi questa stoffa viene
anche colorata in diversi colori per essere sempre alla moda. In questo
modo il Loden si è trasformato dal classico vestito di lavoro in una
stoffa molto pregiata. Ormai, ogni tipo di vestito viene prodotto dal
Loden, sia elegante, sportivo o anche classico e tradizionale.
Quarto
giorno - Landeck ÷ Innsbruck - Km 78 circa
La quarta tappa ci allontana dalle montagne più alte, le valli
sono meno strette e ... incominciano a diminuire le salite.
All'uscita di Landeck, tempo permettendo faremo una veloce visita
all'orrido Zammer Lochputz, la
mitica forra del Tirolo che offre stupende vedute delle rocce lavorate nei
secoli dall'acqua.
Proseguiremo lungo la valle scavata dall'Inn, ora
normalmente più ampia e piatta, zizagando nella campagna e attraversando
ripetutamente il fiume. Dei paesi attraversati, forse il più importante è
Telfs, un borgo mercantile che
sorge a 27 km da Innsbruck in una ampia conca della Valle dell´Inn. Il
territorio comunale segna anche il confine occidentale del distretto
politico-amministrativo di Innsbruck-Land. Posto al crocevia di importanti
vie di comunicazione (Valle dell´Inn, valico del Fernpass, altipiano di
Seefeld) Telfs fu già nel passato un centro di scambi commerciali. Accanto
al nucleo più antico fortemente addensato sono sorti ai piedi del monte Hohe Munde numerosi nuovi insediamenti. Gli
stabilimenti Jenny & Schindler con le loro originali
architetture ricordano l´attività cotoniera di un tempo.
Più avanti, quasi alle porte di Innsbruck, passeremo per
Zirl, un tempo importante punto di
snodo sulla strada romana
via Claudia Augusta per Augusta. All'inizio del
3 secolo dopo Cristo fu edificato il
castrum
romano „Statio Teriolis“. Teriolis
fu distrutta nel corso delle
invasioni barbariche del V e VI secolo.
Il nome fu attestato per la prima volta nel 799 come „Cyreolum“.
Durante il 1608 e il 1908 otto incendi devastarono il paese. Il 21 giugno
1908 la maggior parte delle casa furono distrutte. A causa degli incendi è
rimasto intatto molto poco di interesse storico.
Il castello di Fragenstein fu edificato nel 1209 e distrutto nel 1703 nel
corso della
guerra di successione spagnola.
In breve si giungerà a Innsbruck, dove trascorreremo
l'intera successiva giornata per riposare e visitare la città.
Quinto giorno - visita di Innsbruck
Capoluogo del Tirolo in Austria Innsbruck è
una città alpina di circa 130.000 abitanti posta sulla confluenza del
fiume Inn con il Sill.
La città è anche la capitale storica del Tirolo e di una altrettanto
storica e importante sede vescovile.
La città di Innsbruck si è originata sul luogo di quella che fu l'antico
castrum
romano di Veldidena. Prende il suo nome da Inn e bruck, cioè ponte sul
fiume Inn e rimase una località di confine per tutta l'epoca dell'Impero
Romano. Nel 1232 fu elevata al rango di città e nel 1248 passò tra i
domini dei conti del Tirolo, per poi essere ceduta a
Rodolfo IV d'Asburgo, che la nominò capitale del Tirolo, nel 1363.
Divenuta residenza ufficiale dell'Imperatore
Massimiliano I, la città conobbe un periodo di grande splendore e di
incremento economico tra il XVI ed il XVII secolo. Con la
Pace di Presburgo (1805) passò alla Baviera per poi tornare
legittimamente all'Austria con il
Congresso di Vienna nel 1815. Nella storia moderna venne occupata
temporaneamente dalle truppe italiane nel 1918 per poi essere gravemente
bombardata durante la seconda guerra mondiale.
La città storicamente fu colonia romana e poi sede degli Asburgo del
Tirolo nel 14° e 15° secolo.
Mentre Innsbruck gode di una fama mondiale come città congressuale,
sportiva e culturale, i suoi abitanti godono di una qualità abitativa e di
vita fra le più elevate d'Europa. E ciò per una buona ragione; qui si
incontrano in un unico luogo un paesaggio naturale e culturale
estremamente variegato, un mix che dona l'opportunità di vivere sotto
tanti punti di vista dei momenti davvero emozionanti.
Che si tratti della Coppa del mondo di salto con gli sci, della "Estate
della danza", del Festival autunnale o della grande Festa di Capodanno "Bergsilvester",
Innsbruck è una città di cui innamorarsi, ed offre quel qualcosa in più
per gran parte dell'anno.
E, da ultimo, essa offre un sistema di trasporto pubblico molto
efficiente, sufficienti parcheggi coperti, un'ampia rete di piste
ciclabili ed una vastissima selezione di locali e di negozi.
Sulla strada principale, la Maria-Theresien-Strasse, si può ammirare
l'Arco di Trionfo, eretto in occasione del
matrimonio del futuro imperatore Leopoldo II, e la
Annesaule, colonna di
S. Anna, eretta nel 1704 per celebrare la liberazione della città dalle
truppe bavaresi. Si giunge infine al Mercato Coperto, aperto ogni giorno,
che offre una vasta scelta di prodotti tipici.
Proseguendo
per il centro storico attraverso la Herzog-Friedrich-Strasse, strada molto
particolare, completamente lastricata di ciottoli,
si trovano i monumenti più antichi, come l'Altes Rathaus, l'antico
municipio sovrastato dalla torre civica del 1442, da cui si può godere uno
spettacolare panorama della città, il palazzo in cui abitò Mozart (1769);
il Neuer Hof, residenza dei duchi Federico IV e Sigismondo del
Tirolo, la cui facciata è abbellita dal famosissimo
Tettuccio d'oro (Goldenes Dachl): è composto da un balcone decorato con
stemmi e scene di danza dove la parte sporgente è coperta da
2657 lamine
di rame dorato a fuoco.
C'è
ancora molto da vedere ad Innsbruck: l'Hofburg, ad esempio, il palazzo
imperiale usato soprattutto dall'Imperatrice Elisabetta e circondato dal
magnifico giardino imperiale; vicino ad esso la
Hofkirche, la chiesa di corte e infine il teatro di corte, oggi palazzo
dei congressi.
Per i musei si segnalano il Ferdinandeum, con ricche collezioni
preistoriche e la maggiore collezione gotica austriaca, il Museo del Club
Alpino che presenta l'arte alpina degli ultimi due secoli, il Castello
Weiherburg (1480), sede di mostre contemporanee e
il museo dei cristalli di Swarovski.
Una visita alla locanda più antica d'Austria è doverosa (1390), la locanda
dell'Aquila d'Oro (Gasthof Goldener Adler): all'entrata si possono leggere i nomi di tutte le persone
famose che vi sono state. Innsbruck è meta ideale per chi vuole trascorre
una vacanza, dividendosi tra città e montagna. Per chi ama le alte cime, è
anche possibile cenare e festeggiare a 2000 metri di altezza, grazie alla
funivia con la possibilità di raggiungere la Nordkette, con spettacolare
vista su Innsbruck di giorno e di notte, con le sue luci, i suoi colori,
la sua magica atmosfera.
Sesto giorno - Innsbruck÷Kufstein - 83 Km
circa
Poco
fuori Innsbruck si incontra la cittadina di Wattens, resa famosa dalla presenza museo
Swarovski "il
mondo di cristallo" che visiteremo.
Dalla pubblicità Swarovki : "Un Gigante sputa-acqua -
che attrae magicamente l’osservatore al suo interno, dove le Camere delle
Meraviglie accendono la fantasia - è riuscito a diventare
nel corso di 12 anni un’icona riconosciuta in tutto il mondo, che ha dato
il benvenuto finora a più di 7 milioni di visitatori.
L’unicità dei Mondi di Cristallo Swarovski risiede nel sogno del sogno. La
tangibile dedizione di un’impresa alla molteplicità delle idee che vengono
sprigionate dal suo prodotto: cristallo di massima brillantezza.
Inizialmente pensato come regalo ai dipendenti, ai collezionisti, ai
clienti e ai partner in occasione del 100° anniversario della fondazione
dell’impresa Swarovski nel 1995, i Mondi di Cristallo Swarovski, concepiti
da André Heller, sono diventati un luogo in cui uomini da tutte gli angoli
del mondo gioiscono del proprio stupore, sfaccettato, spontaneo e
autentico come il cristallo stesso."
Vedi video promozionale
Dopo la visita, proseguiremo in direzione di Kufstein, la
sosta da Swarovski e i km da fare non ci consentiranno grandi pause, fatta
salva la pausa pranzo che è sacra! E' comunque ovvio che ogni esigenza di
tipo logistico (pausa caffè, sosta "idrica" o curiosità locali) hanno la
precedenza sulla fretta, l'hotel è prenotato ed a disposizione in nostra
attesa.
Arriveremo
a Kufstein nel tardo
pomeriggio, la città con 15.000 abitanti conosciuta anche con il
nome “la perla del Tirolo”, grazie ad una canzone tedesca composta nel
1947 e dedicata alla città. Il refrain della canzone dice: “Conosci la
perla, la perla del Tirolo? La città Kufstein, la conosci sicuramente!
Abbracciata da montagne, situata idilliaca ed armoniosa. Sì, questa è la
citta Kufstein, nei pressi del fiume Inn…” Ed ancora oggi, Kufstein si
presenta idilliaca, come venne descritta nella canzone.
Menzionata per la prima volta nel 788 come »Caofstein« nel registro di
proprietà del vescovo Arn di Salisburgo, venne dichiarata municipio
intorno al 1257 ed elevata a città con mura di cinta nel 1393 dal Duca
Stefan III di Baviera. Resti delle mura della città sono la »Wasserbastei«
e il »Wasserturm«.
Il
forte Kufstein, il simbolo della città, domina da una piccola altura la
città. La fortezza riuscì quasi sempre a resistere ai numerosi attacchi.
Solo l’imperatore Maximilian I riuscì a conquistare la fortezza difesa dal
bavarese Hans von Pienzenau nel 1504. Neanche Andreas Hofer, il
leggendario eroe per la libertà, riuscì a cacciare i conquistatori
bavaresi.
Proprio in queste mura antiche il museo di storia e cultura locale ha
trovato la sua sede. Esposti sono diversi attrezzi vecchi di cacciatori,
come punte di freccia, o anche numerosi fossili e reperti. Presso il forte
si trova anche l’organo degli eroi “Heldenorgel”, l’organo all’aperto piú
grande nel mondo! Ma non solo per questo Kufstein è un’amata meta, ma
anche per il suo incantevole centro storico e per le manifestazione
culturali che hanno luogo ogni anno: la festa del vino, l’estate delle
operette di Kufstein, il “Giorno delle 1.000 Luci” o anche la grande festa
di Capodanno.
Presso il vicino parco nazionale del Kaisergebirge, gli appassionati della
natura trovano rilassamento e distensione in mezzo al verde. Gli impianti
del Kaiserlift portano al valico Brentenjoch. Da qui partono
innumerevoli percorsi per mountainbike o nordic-walking. Per completare
l’offerta ci sono nei dintorni anche laghi balneabili ed un maneggio. E
dopo una giornata piena di avventure ed attività ci si siede volentieri in
uno dei ristoranti di Kufstein, dove si possono gustare tipici piatti
tirolesi come i “Schlutzkrapfen” o un saziante “Bauerngröstel”, preparato
con patate e carne. D’inverno Kufstein è collegata al comprensorio
sciistico Wilder Kaiser-Brixental, il più grande comprensorio
dell’Austria.
Settimo
giorno - Kufstein÷Wasserburg - Km 70 circa
Poco
fuori dalla cittadina di Kufstein incontreremo il confine con la Germania,
che attraverseremo più volte nei due versi fino per
poi attraversarlo definitivamente dopo circa 15 km.
La sosta pranzo sarà organizzata nei pressi della città di Rosenheim, potendo così
approfittare per una veloce sbirciata al centro.
Rosenheim (60.000 abitanti) è una delle principali città
dell’Alta Baviera, ospita un centro congressuale e fieristico e
rappresenta un importante nodo commerciale della Germania con l’Italia e
l’Austria.
La storia di Rosenheim risale all’epoca romana quando, gettando un ponte
sul fiume Inn, viene insediato l’accampamento militare “Pons Aeni". Il
nome e lo stemma della città rimandano alla rosa bianca presente nello
stemma dei Conti di Wasserburg, che avevano un castello sopra Rosenheim (XIII
secolo). La città fiorì nel medioevo tramite il commercio del sale e il
traffico navale sull’Inn.
Nel 1810 viene aperta la terza salina del regno di Baviera, dopo quelle di
Bad Reichenhall e Traunstein. Con l'inaugurazione della linea ferroviaria
Monaco-Innsbruck e Monaco-Salisburgo (1857-1860) inizia un secondo
rinascimento per Rosenheim, che nel 1864 viene elevata da Ludwig II al
rango di città.
La Max-Josefs-Platz, un tempo la piazza del mercato, è oggi il salotto
della città, trasformata in area pedonale nel 1984. E’ circondata da
pregevoli palazzi, dalle tinte pastello e abbelliti da fregi di gusto
settecentesco.
La chiesa principale è la parrocchiale neogotica di St. Nikolaus, che
domina Rosenheim con il possente campanile di 65 metri. All’interno si
segnala un pregevole quadro che raffigura la “Madonna del mantello”
(1514).
Da visitare l’antica chiesa ospedaliera, la Hl-Geist-Kirche, costruita nel
1449 con una donazione del commerciante Hans Stier, e la Roßackerkapelle,
un piccolo gioiello voluto nel 1737 da Martin Schmetterer nelle vicinanze
della sua birreria e poi dato in dono alla città. Delle antiche porte
della città vecchia è rimasta solo la trecentesca Mittertor, che oggi
ospita il Museo Civico.
La principale manifestazione è la Herbstfest (Festa d’autunno), una
piccola Oktoberfest che attira ogni anno circa 1 milione di persone e si
svolge per due settimane a partire dall'ultimo sabato di agosto (28
agosto-12 settembre 2010).
Dopo
il pranzo, si proseguirà per raggiungere
Wasserburg, meta della giornata.
Situata su una pittoresca ansa del fiume Inn,
Wasserburg am Inn conta circa 12.000 abitanti, molti dei quali di origine straniera.
Nell'antico centro si trovano tre gelaterie italiane e altrettanti
ristoranti-pizzerie.
Architettonicamente, Wasserburg si presenta come la copia di una piccola città rinascimentale italiana e anche per questo è stata
ribattezzata, forse un po' troppo pomposamente, la "Venezia sull'Inn".
Gli antichi Romani chiamavano l'Inn Aenus. A Wasserburg si può
seguire il fiume su un sentiero che lo costeggia per chilometri. Questo
lungofiume è "adornato" con sculture ipermoderne che, al loro primo
apparire, fecero storcere la bocca ai wasserburghesi più tradizionalisti.
Durante l'era del Terziario, nella vallata in cui sorge Wasserburg erano
diffusi i mammut, che poi si estinsero attorno al 10.000 a.C. Oggi, alcuni
fossili di quei preistorici mastodonti sono conservati nell'Heimatmuseum
(Patrio Museo).
Nel III sec. a.C., dalle parti di Wasserburg transitarono
i Celti, nel lungo vagabondaggio che, attraverso l'Europa intera, li
avrebbe condotti fino in Grecia.
Dei Celti è stato accertato che coltivavano usanze primitive. Rovine di tombe e altari celtici ritrovati
in Baviera e risalenti al I sec. a.C. testimoniano anche del sacrificio di
vite umane. Nel tentativo di placare le ire dei loro dèi, i Druidi
offrivano in dono le vittime designate (soprattutto ragazze vergini e fanciulletti). Ancora nel 204 d.C., in Baviera si venerava Bedaius,
divinità del Chiemsee. Il Chiemsee (lago di Chiem) è generalmente
conosciuto come "il mare della Baviera".
Fu grazie ai Romani che Wasserburg poté divenire un vero centro urbano.
Più tardi le orde vichinghe tentarono ripetutamente di assediarla,
ma la cittadina risultò inespugnabile. L'antico borgo, circondato su tre
lati dal maestoso Inn, si presenta ancora oggi come una roccaforte sicura.
Nel Medioevo
Wasserburg fu importante tappa commerciale per il transito delle
carovane di sale, trovandosi sull'antica strada che univa Salisburgo
con Monaco. Il sale, ricavato dalle saline di Salisburgo (Salzburg),
veniva trasportato nell'odierno capoluogo bavarese tramite speciali carri
che a volte richiedevano l'impiego di duecento o più cavalli. Quando, nel
XVI secolo, Rosenheim rubò a Wasserburg il predominio di stazione
intermedia per il commercio dell'oro bianco, per Wasserburg cominciò un
periodo di decadenza che sarebbe durato fino agli inizi dell'epoca
industriale.
All'Heimatmuseum ci sono disegni, schizzi e dipinti del florido periodo
medievale che illustrano come avveniva il trasporto del sale: i
carri attraversavano l'Inn su apposite Fähre (traghetti) o passando su un
ponte di legno che era stato costruito proprio per questo scopo.
Il ponte
che consente di entrare oggi nel borgo è stato invece costruito solo tra
gli anni Sessanta e Settanta. Sempre negli anni Settanta, con la
costruzione di una grande diga, l'Inndamm, è stato risolto un problema
"storico" della città: le piene, gli straripamenti, l'acqua alta.
Ottavo giorno - Wasserburg÷Braunau am Inn - Km 96 circa
Immagino che il numero dei Km previsti spaventi qualcuno, ma è tradizione della nostra organizzazione inserire una tappa "sfida": nulla
di agonistico, è una sfida con se stessi, che consente ad ognuno di
misurarsi con qualche cosa normalmente considerata appannaggio dei soliti
"iron man". Per la cronaca, nei dieci anni di esperienza mai nessuno ha
avuto problemi; si arriva certamente più stanchi del solito ma sicuramente
soddisfatti della propria piccola "impresa".
Da
Wasserburg in poi, l'Inn ha un andamento molto sinuoso, tipico dei grandi
fiumi che scorrono su territori con pendenza moderata.
Arrivati alla cittadina di Jettenbach, abbandoneremo il corso del fiume
per seguire l'InnKanal, una poderosa opera lunga 22 Km
che
devia l'Inn fino a Töging, dove viene alimentata una grossa centrale
idrolettrica.
Giunti in prossimità di Braunau am Inn, meta della giornata, alle acque
limacciose dell'Inn si aggiungono quelle limpide del Salzach, il fiume
che passa per Salisburgo e che sarà il filo conduttore del cicloviaggio
dei Tauri.
Mancano pochi chilometri a Braunau, una buona doccia e torneremo come
nuovi.
La città viene menzionata per la prima volta attorno all'810, e ricevette
lo statuto cittadino nel 1260, il che la rende una delle città più antiche
dell'Austria. Divenne una fortezza e un importante snodo per il commercio
del sale e del traffico navale sull'Inn. Nel corso della sua storia cambiò
di mano diverse volte e appartenne alla Baviera prima del 1779 e
nuovamente tra il 1809 e il 1816.
A Braunau si trovano la bella chiesa parrocchiale tardo-gotica (XV secolo)
di Santo Stefano, con un campanile alto 99 m, i resti di un castello, che
ospitano un museo, e parti della vecchia cinta muraria.
Ultimamente
Braunau si è conquistata l'onore delle cronache in riferimento alla casa
natia di Hitler, messa in vendita dai proprietari per 2,2 milioni di euro.
Il comune, a corto di finanze per poterla acquistare, è preoccupato per la
possibile acquisizione dell'immobile da parte di qualche organizzazione
estremista e neonazista ... come dargli torto?
Vedi l'articolo sul Corriere della Sera
Intanto, vicino alla casa è stata posta una pietra
memoriale con la scritta "Per la pace la libertà e la democrazia, mai
più fascismo — milioni di morti ricordano ".
Nono giorno -
Braunau am Inn÷Passau - Km 68 circa
Siamo
quasi arrivati alla fine del viaggio, percorreremo la destra orografica dell'Inn in territorio austriaco, non mancano le
salitelle ma oramai è poca cosa.
Lungo il percorso si incontrano paesini molto isolati, ma appena le
dimensioni della cittadina
aumentano un po', non manca la bella piazza con
i frontoni delle case colorate
vivacemente.
Pranzeremo
nelle vicinanze di Schärding, un paese con una forte impronta barocca. Una
breve sosta ci consentirà di visitare il suo rinomato centro storico e la
famosa Silberzeile (la parte della città denominato “lato d’argento”) che
ricorda la ricchezza di questa città commerciale. Oggi la città deve la
sua ricchezza prevalentemente a una delle latterie più grandi
dell’Austria.
Dopo il pranzo, in breve si raggiungerà Passau; qui termina il nostro viaggio e
anche quello dell'Inn, che riversa le sue acque nel più importante
Danubio.
E' d'obbligo fare una foto ricordo nella penisola
che, come una prua di una nave, si trova nel punto di incontro dei due
fiumi. Di fianco, a fare da spettatore, un
terzo fiume, l'Ilz, che comunque da spesso il suo contributo alle
inondazioni periodiche della città.
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Decimo giorno -
Visita di Passau e ritorno in Italia
Ultima giornata del viaggio, interamente
dedicata alla visita di Passau e al viaggio di rientro.
La mattinata sarà dedicata alla visita di questa bella città bavarese, perfettamente
inserita nell'ambiente di fiume tanto da essere nominata "la città dei tre
fiumi".
Passau è infatti città unica al mondo, perché si trova alla confluenza di
3 fiumi provenienti da tre diversi punti cardinali (l'Inn da sud, il
Danubio da ovest e l'Ilz da nord) e che, dopo essersi incontrati,
proseguono insieme in una nuova direzione.
Ovviamente
la loro presenza diviene spesso ingombrante, con alluvioni quasi annuali.
Il 1954 fu l'anno in cui Passau, proprio a causa di una disastrosa piena,
divenne famosa in campo mondiale.
Delle maggiori alluvioni, i livelli sono riportati in un asta graduata
posta sulla facciata del municipio.
La città, che
in base ad alcuni ritrovamenti archeologici era già abitata nel 5.000
a.C., conta oggi più di 50.000 abitanti ed è un importante centro
turistico legato in particolare ai vaporetti che fanno il giro dei
tre fiumi ma anche ad una vivace attività culturale: spettacoli teatrali,
opere, cabaret e molti concerti musicali, in particolare concerti
d'organo.
L'organo
del Duomo è il più grande in Europa e tra i maggiori del
mondo (17.774 canne). Alle 12.00 assisteremo ad un
concerto
che rende perfettamente l'idea dell'imponenza di questo strumento.
L'aspetto
attuale di Passau deriva da un lungo percorso artistico e
culturale iniziato dopo il grande incendio del 1662
che danneggiò gran parte degli edifici. Il cuore
della città è il monumentale Duomo di St. Stephan, progettato dall'italiano Carlo Lurago, che colpisce per
il vasto interno in stile barocco e i due campanili gemelli.
Tra gli altri
monumenti si segnalano il Rathaus, la chiesa di St. Michael
e la barocca Neue Residenz, già dimora del principe-vescovo, che
ospita il Tesoro del Duomo. Il museo del vetro (Glasmuseum),
situato all'interno dell'albergo "Wilder Mann", custodisce oltre 30.000
oggetti di vetro dal 1700 al 1950 (vasi, bicchieri, elementi decorativi)
ed è la più importante collezione al mondo di vetri della Boemia.
Nelle colline sopra la città
si trovano il seicentesco santuario di Mariahilf e la fortezza
Veste Oberhaus, edificata nel 1219 dal principe-vescovo di Passau per
controllare i commerci fluviali e rimaneggiata nei secoli
successivi: oggi presenta elementi gotici, rinascimentali e barocchi.
Durante la guerra napoleonica tra Francia e Austria - Re Massimiliano I di
Baviera era alleato di Napoleone - fu una delle principali roccaforti di
resistenza agli assalti austriaci.
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