IV° giorno, circa 80 Km
Lasciato Tours e seguendo per un tratto
il fiume Cher, si devierà puntando verso Villandry, uno degli ultimi
grandi castelli rinascimentali.
E' certamente arduo scegliere quale visitare tra decine di castelli diversi,
anche in ragione del fatto che per il cicloturista il tempo è sempre tiranno.
Nel caso di Villandry si è aiutati dal fatto che i suoi giardini sono tra i
più belli e famosi della Francia, dove l'impronta dei giardinieri italiani qui
portati da Carlo VIII (ricordate Amboise?) è
assolutamente evidente.
Proprio per le particolarità di questo giardino, ben visibile da un sentiero
che lo sovrasta, si dovrà sacrificare parte del tempo a disposizione,
limitandosi a una "toccata e fuga" nei castelli successivi, pur
assolutamente meritevoli di nota.
All'interno del castello, costruito nel XVI secolo da Jean le Breton e ornato
con mobili spagnoli da Joachin Carvallo che lo acquistò nel 1906, è possibile
vedere un audiovisivo che consente di apprezzare gli stupendi cambiamenti del
giardino con il succedersi delle stagioni.
Dopo Villandry si proseguirà verso il
castello di Azay-le-Rideau, stupendamente inserito in un paesaggio dalla
vegetazione lussureggiante e arricchito dalle acque del fiume Indre, su cui si
specchia la maestosa costruzione.
Pur essendo di minori dimensioni, Azay-le-Rideau ricorda il castello di Chenonceau,
e fu teatro di un incredibile fatto di sangue.
Un giorno Carlo VII, non ancora re, passando nei pressi del castello venne
insultato dalla soldataglia che lo occupava.
Per tutta risposta, Carlo VII fece incendiare il castello e giustiziare il
comandante della guarnigione e i 350 soldati che la componevano. Fino al 1800, il villaggio si chiamò Azay-le-Brulè
(Brulè = bruciato) in
ricordo del gigantesco rogo.
La successiva tappa ci vedrà ammirare
il castello d'Ussè che ispirò, secondo la tradizione, la favola della
"bella addormentata nel bosco" di Charles Perrault (1628 - 1703).
Altro giro, altro castello, e più
precisamente quello di Chinon, alto sul villaggio omonimo e al centro di una
rinomata zona vinicola che produce appunto lo Chinon.
Chinon è ricordato come il luogo di partenza di Giovanna d'Arco, armata da
Carlo VII, per liberare Orlèans dall'assedio inglese.
Si racconta che Giovanna, allora 18enne, giunse a Chinon scortata da soli 6
uomini senza imbattersi in alcuna delle bande armate che infestavano il
territorio, e ciò contribuì non poco a rafforzare la propria immagine di
protetta dal Signore.
Tale convinzione si rafforzò ulteriormente quando, alla fiocca luce di poche
fiaccole, seppe riconoscere Carlo VII, allora ancora Delfino, confuso
volutamente in una folla di 300 gentiluomini, rassicurandolo sulle sue origini
reali (sua madre era conosciuta come donna "facile") e predicendogli
l'incoronazione a re di li a poco tempo.
Giovanna partì da Chinon il 20 aprile 1429 per liberare Orlèans e per
concludere tragicamente la sua epopea. Venne infatti consegnata agli inglesi dai
Borgognoni e, dopo aver subito un processo per eresia, bruciata sul rogo il 30
maggio 1431.
Nel 1456 vi fu la revisione del processo che la portò alla beatificazione nel
1920. Ciò fa ben sperare per l'affare Ustica!
Scendendo lungo la Vienne, si
raggiungerà nuovamente la Loira e, poco più a valle della confluenza tra i due
fiumi, i più volenterosi potranno fare una breve deviazione in salita sopra il
castello (circa un chilometro) per ammirare uno straordinario panorama sui due
fiumi.
A questo punto del viaggio, il
collegamento Loira-castelli-ricchezza è indissolubile ... a meno che non si
scopra che la regione della Loira, oltre ad essere conosciuta come la zona con
la più alta concentrazione di castelli (e quindi di ricchezza) al mondo, è
anche conosciuta come la regione con gli insediamenti trogloditici più
importanti d'Europa.
Proprio così, vicino ai castelli vi era chi viveva nelle grotte, ma non si
pensi al classico troglodita affamato, sporco e lacero, con tanto di clava, pelo
lungo e ringhio sempre in primo piano. Niente di tutto questo, erano normali
persone che avevano trovato un modo intelligente ed economico di farsi una
dimora.
Semplicemente si sfruttava la tenerezza del tufo calcareo per costruirvi
delle case che, una volta fatta la facciata, potevano essere ampliate a piacere:
nasceva un bimbo? gli si scavava la cameretta su misura, addentrandosi nella
roccia.
Attraverseremo Montsoreau, Parnay, Souzay-Champigny, ammirando le singolari case
di cui spunta la sola facciata, con il tetto costituito da roccia ricoperta di
arbusti e rampicanti, la più famosa delle quali è la Gran Vignolle a Turquant,
definito a ragione il più bel edificio troglò d'Europa.
Proseguendo sulla riva sinistra della Loira, si giungerà a
Saumur, dove è
prevista la sosta per la notte.
Sebbene anche Saumur non manchi del suo
bel castello, deve la sua fama alla scuola di
cavalleria (conosciuta come la Cadre
Noire), ai vini, alle feste e
alla coltivazione dei funghi champignon, con una produzione di oltre 200.000
tonnellate e che supera il 40% dell'intera produzione nazionale. Non va inoltre
dimenticata la produzione di maschere carnevalesche, tra le più famose
d'Europa.